Luigi Brezza è stato il primo vigneron biodinamico italiano. I dettami di Rudolf Steiner li ha portati lui, nei Sessanta. In tanti sono stati suoi allievi, anche Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi. Se n’è andato quattordici anni fa, a ereditarne l’arte è stato il figlio Francesco.
L’azienda si chiama Tenuta Migliavacca. Il luogo, poco battuto dai turisti, San Giorgio Monferrato nell’alessandrino.
Non avevo mai bevuto i loro vini. L’ho fatto l’altra sera perché, a Luserna San Giovanni, un appassionato torinese me ne ha fatto dono. Si chiama Paolo Rossi, ringrazio lui e sua moglie.
Le bottiglie erano una Barbera del Monferrato e un Grignolino del Monferrato Casalese. Entrambi 2009. Nove euro il primo, dieci il secondo (prezzi da enoteca onesta). Ottimo rapporto qualità/prezzo.
La Barbera è come deve essere: semplice, verticale. Schietta, direbbero le guide. Buona (non buonissima) bevibilità. A colpirmi maggiormente è stato il Grignolino: tra i migliori che abbia bevuto (un altro è quello di Luigi Spertino). Il Grignolino è uno dei tanti autoctoni rossi “minori” piemontesi. Per forza: quando hai il nebbiolo, tutto il resto pare una diminutio. Questa cosa, a me, fa un po’ rabbia. Tendo a inalberarmi quando non si dà il giusto risalto a Dolcetto, Freisa, Ruchè, Pelaverga. E Grignolino. Un vitigno all’apparenza senza pretese, ma capace di conquistare con discrezione, grazie a tannini nevrili (?) e un che di speziato. Frutto non scontato, alcolicità giusta, bevibilità suprema.
Se il Barbera Migliavacca è un bel vino, il Grignolino di Francesco Brezza è un inno ai piccoli piaceri della vita.
bagnacauda col cardo bianco gobbo di nizza monferrato.
essendo questo il piatto forte della cena per la festa dei miei incipienti 40anni, il prossimo mercoledì sarò da quelle bande a far la spesa. il grignolino l’avevo considerato come compagno. tac. grazie
Bravo Scanzi !
Approvo la tua difesa ai meno blasonati Dolcetto, Freisa, Ruchè, Pelaverga e Grignolino.
Sono quelli che scelgo maggiormente come amici di tavola nei miei innumerevoli pellegrinaggi nei ristoranti.
Dolcetto forever!!!
Grande anche Francesco!
Una semplicità e uno stile da vero contadino, allevatore e vignaiolo.
Bravo Andrea! Ti ho scritto una mail, su facebook, spero che tu la possa vedere! A presto, spero